sabato 5 luglio 2014

FINE?

In questo momento ci siam trasferiti in Argentina in mezzo alla natura, non so se questa è la risposta ma almeno ci siam liberati delle banche....abbiamo solo un libretto di risparmio, che qui permette di fare tutte le operazioni bancarie come se fosse un conto corrente, però solo limitato al paese. Inoltre permette d'avere un bankomat però non carta di credito, per fortuna,,,,
Lavoriamo in due circa 20 ore la settimana e basta a coprire tutte le spese facendo lavori che ci piacciono, E' la risposta definitiva? può darsi...

martedì 28 agosto 2012

NEL FRATTEMPO

Nel mentre riusciamo a distaccarci dal sistema bancario e consumistico folle, abbiamo deciso di contattare le realtà locali per vivere meglio già ora, tutto tratto da suggerimenti ricevuti durante il nostro tuor.

Uno per esempio, sono i GAS: Gruppo di Acquisto Solidale (http://www.retegas.org/), ho mandato email senza risposta ma forse il gruppo locale è un po' pigro, quindi da insistere....

Poi c'è il movimento di Transizione (http://transitionitalia.wordpress.com/) che dovrebbe promuovere la decrescita, intesa come vita migliore con meno risorse.

Abbiamo conosciuto anche il movimento dei Woofer (http://www.wwoof.org/), dove vi è lo scambio alla pari: ovvero in cambio di alcune ore di lavoro si ottengono vitto e alloggio, è il sistema che vorremmo adottare per conoscere meglio le comunità ecologiche italiane ma anche argentine.

Per quanto riguarda il finanziamento di progetti ecosostenibili, ci hanno consigliato il sistema MAG (http://www.mag6.it/), noi abbiamo trovato quello di Reggio Emilia, ma ce ne sono in totale 6 sparsi per l'Italia.

Invece in Argentina, ma anche resto del mondo, per quanto riguarda i progetti eco c'è il GEN (http://gen.ecovillage.org/).

Se tutto va bene, entro dicembre 2012, riusciremo ad essere più liberi e vediamo in che formula, nel frattempo siamo determinati a non rimanere con le mani in mano ad attendere cambiamenti esterni....

lunedì 27 agosto 2012

GLI ECO VILLAGGI VISITATI

Premetto: a causa del tempo limitato, circa tre settimane, siamo riusciti a dedicare circa mezza giornata piena e visitare ogni comunità, quindi le nostre impressioni sono decisamente limitate, comunque ci siamo ripromessi di rivisitare le comunità che ci sono interessante di più in un secondo tempo, magari riuscendo a dedicare almeno una settimana per cercare di entrare un po' in contatto anche con la vita della comunità.

La prima comunità visitata è quella di Damanhur (www.damanhur.it), innanzitutto scopriamo che alcune, come questa, esistono fin dagl'anni '70 e noi qui a disperarci a come uscire dal sistema opprimente ufficiale....da quel che abbiamo capito, in realtà è una federazione di comunità, che raggruppa circa 200 individui disseminati nelle valli a nord di Torino, ma è più una comunità spirituale. Tutti lavorano in attività e contribuiscono alla cassa comune della singola microcomunità. Abbiamo notato una certa ostilità nei loro confronti che li chiamano "ricchi e famosi", grazie anche al fatto che possiedono un elicottero. Mah, avere denaro e gestirlo in maniera redditizia a giovamento della comunità, a nostro avviso non è una discriminante, ma non avendo approfondito più di tanto non abbiamo capito bene la motivazione delle critiche mosse a questa comunità.

Poi siamo scesi in Liguria a Torri Superiori (www.torri-superiori.org), a nostro avviso ci trovati di fronte ad un villaggio ecoturistico ambientato in uno splendido villaggio medievale. La comunità non siamo riusciti a contattarla in realtà, in quanto immersa nella pienezza della stagione turistica agostana. Infatti, per parlare con qualcuno in realtà l'abbiamo incrociato al rinfrescante fiume sottostante e c'hanno confermato che per vedere meglio la comunità dovremmo tornare in bassa stagione turistica, comunità composta da una cinquantina di persone. Comunque non dispongono di terra causa la scarsità territoriale e quindi non sono autosufficienti dal punto di vista alimentare.

Consolida siamo finiti invece a Monteombraro vicino a Zocca in provincia di Modena (059989681), non sono iscritti alle R.I.V.E., ma si sono presentati come nuova proposta anche se sono in essere da due anni. Hanno molto da fare, sono solo in 3 coppie con bambini ed altri due in arrivo...comunque ci sono sembrati molto attivi con una decisa voglia di sperimentazione. Per esempio, nonostante la siccità, hanno coltivato alcune zone dell'orto (circa 1 ha) ricoprendo la terra con cippato e paglia, e nonostante non piovesse da un mese e mezzo, la terra era ancora umida e le piante rigogliose...altra cosa fantastica: hanno fatto un cumulo di cippato che grazie alla fermentazione produce costantemente acqua a 60-65°C per tutto l'anno, produce anche metano, ma per il momento non riescono a raccoglierlo, anche se è possibile (secondo Jean Pain: http://www.permaculturaitalia.com/index.php?option=com_content&view=article&id=110%3Ail-metodo-jean-pain&catid=41%3Apermacultura&lang=it )...inoltre hanno costruito delle Bauwagen (casette fatte con legno, argilla e paglia) che nonostante i 40 e più gradi al sole, all'interno erano sotto i 20°C, stupefacente.....

Dalla bella, anche se da costruire Consolida siamo passati a Hodos (www.psicosintesi.org), e qui è arrivata una doccia fredda.....loro per esempio non hanno messo a disposizione un telefono per i contatti "al volo", quindi abbiamo deciso di passare lo stesso, visto le belle esperienze precedenti di buona accoglienza. Siamo arrivato in pomeriggio torrido, chiedendo se potevamo rimanere, a risposta affermativa ci siamo messi un po' comodi....ma nonostante il caldo, non ci hanno accolti in ambiente fresco nonostante ce l'avessero, e poi ci hanno fatto capire di essere indesiderati nonostante l'apparente accoglienza. Quindi abbiamo scoperto che esistono anche le comunità non solo villaggi: infatti gli Hodos sono una comunità spirituale a fini di lucro e basta, o almeno è questo che ci hanno fatto trasparire.

Poi siamo finiti ad Avalon de Il Popolo degli Elfi vicino a Montevettolini. Accoglienza invece a 360°: decisamente troppo aperti per i nostri gusti, in quanto l'igiene ne risentiva decisamente troppo, anche se abbiamo trovato una ricchezza interiore inaspettata....anche questa una federazione di comunità sparsa sugl'Appenini tosco-emiliani di cui Avalon è l'unica raggiungibile con una macchina: le altre tutte a piedi in mezzo ai monti, la più lontana a circa un'ora di cammino...anche loro nati negl'anni '70 e sono circa sui 250 individui.

Un po' scoraggiati dalle ultime visite siamo approdati alla Bagnaia (lacomune.bagnaia@libero.it; 0577311014) decisamente un 5 stelle degli eco villaggi....molto ben organizzati, anche loro comunità storica, sono una ventina di persone, per scelta numero limitato, dove regna la condivisione economica e comunitaria anche di coppia abbastanza aperto. Sono una comune, se mi è concesso, una sorta di comunismo applicato in modo stupefacente, ma per noi un po' troppo radicale dal punto di vista economico....


Rinfrancati, decidiamo di visitare un'altro villaggio de Il Popolo degli Elfi: Casetta Bruciata. Non molto lontana dalla "civiltà" ovvero solo 15' a piedi, ma l'aspetto igienico si è rivelato disastroso anche qui, a nostro avviso ovviamente...ed abbiamo scoperto che per esempio Avalon è un specie di "prima accoglienza", dove gli aspiranti elfi poi si spostano verso gli altri villaggi per integrarsi nella comunità, a gestione, oserei dire, anarchica...e poi ognuno si accomoda dove e come può e vuole...

Continuando siamo giunti a Geminas (geminas06@gmail.com; 340828285247), anche questo una nuova proposta, partita a febbraio 2012, composta da una coppia con due bambine. Anche qui tutto da fare, ma almeno la struttura abitativa è in buono stato. La nostra sensazione è stata una tendenza a costituire un ego villaggio, nonostante la dichiarata intenzione a divenire una comunità....

Di difficile raggiungimento, a meno che non si abbia un fuoristrada, è Campanara (liberigg@libero.it;Silvia 3357104642), o meglio solo una ventina di minuti a piedi. Loro sono un eco villaggio famigliare, infatti sono costituita dalla capostipite con i figli e relative nuore e nipoti: sono in 15.Aperti alla ricettività turistica e vivono d'artigianato. Se uno volesse trascorrere un po' di giorni in mezzo alla natura isolata, questo è un'ottimo posto: una via di mezzo fra Elfi e Bagnaia: direi un tre stelle.

Dulcis in fundo Lumen (www.naturopatia.org), siti in bella cornice seicentesca, sono una comunità di una cinquantina di persone dedite anima e corpo alla naturopatia, anche loro ben organizzati, accoglienti nonostante siano più una comunità spirituale...non si definiscono un eco villaggio, ma da quanto visto, a nostro avviso, si sottovalutano da questo punto di vista, e a dire il vero è la comunità che ci è piaciuta di più...unica pecca è che sono in mezzo alla pianura padana.



CONCLUSIONE
Ogni comunità ci ha dato qualcosa, o dal punto di vista umano od informativo, tanto che abbiam visto che è possibile pure in Italia, con tutte le difficoltà che questa nazione offre, vivere in maniera più serena in mezzo alla natura, tanto che rivedremo la nostra decisione di trasferirci in Argentina per trasferirci in una di queste od altra comunità....

LUGLIO 2012: IL CONVEGNO DELLE R.I.V.E.


In maniera del tutto casuale, ci siamo iscritti alla mailing list delle R.I.V.E (.:: RIVE - RETE ITALIANA VILLAGGI ECOLOGICI ::.), un po' per curiosità, un po' per gioco....Ecovillaggi mah, inizialmente pensavamo fossero abitati da gente hippy o fricchettoni (come alcuni amano chiamarsi), in mezzo ai boschi in stato semi selvaggio, il tutto innaffiato dall'uso di stupefacenti di varia natura....
Nonostante questa nostra opinione non proprio edificante, decidiamo di partecipare al convegno delle R.I.V.E. di fine luglio 2012: si è aperto un mondo parallelo fantastico....
Innanzitutto c'è di tutto e soprattutto c'è moltissima gente con la testa sulle spalle che sa molto bene cosa vuole, certo ci sono anche i frichettoni, ma non stonano e comunque c'è una sorta di coesione e volontà comune a vivere in maniera ecocompatibile con la tendenza  all'impatto ambientale tendente a zero.
Quindi siamo rimasti talmente basiti dalla possibilità concreta di poter vivere in modo più sano, usando il denaro in maniera consapevole al di fuori della logica consumistica, che ci sembrava di esser approdati al paese del bengodi....Ma ci sorse una domanda: ma sarà tutto vero? O ci stiamo abbagliando?
Di conseguenza decidiamo di usare le nostre ferie per conoscere quante più comunità potevamo, invece di fare turismo convenzionale, come deciso in partenza dopo il convegno. Riusciamo a visitarne 10, dopo varie vicissitudini,  in quanto ad agosto queste comunità non sono sempre disponili ad accogliere visitatori e sono: Consolida, Torri, Hodos, due villaggi Del Popolo degli Elfi, Bagnaia, Geminas, Lumen, Campanara e Damanhur. Tutti diversi l'una dall'altra e non tutti iscritti alla R.I.V.E..


domenica 26 agosto 2012

VERSIONE SECONDO DANTE

Mi chiamo Dante, ho 40 anni,sono italiano. Ho conosciuto Sol lavorando in Dipartimento Salute Mentale, ed è incominciato, da parte mia, un percorso di autoconsapevolezza che lentamente ma inesorabilmente, mi sta portando alla conoscenza interiore.
Nel 2004, purtroppo entro nella sindrome del Born Out, in quanto la medicalizzazione insensata delle persone malate, associata alla disparità di trattamento nel luogo di lavoro, mi portano a farmi la fatidica domanda "ma che ci sto a fare qua?". Dopo aver fatto un elaborato lavoro di accettazione per superare il culturale "mai lasciare il posto fisso statale fino alla pensione", a costo della tua integrità psichica e mentale, con Sol decidiamo di licenziarci dai rispettivi posti di lavoro e di aprire un Pub con cibo argentino e birre artigianali. Incomincia una fase della nostra vita, in cui il lavoro non manca, anzi abbonda, le relazioni sociali si sprecano: insomma una rinascita. Ma la congiuntura economica, purtroppo non è delle migliori, per cui ci troviamo nel paradosso lavorativo che molti lavoratori autonomi si trovano a dover subire: il lavoro abbonda, ma i costi di gestione aumentano in maniera esponenziale rispetto agli incassi netti. Quindi si ripropone lo stesso quid: "ma per chi sto lavorando? Per le banche? Per le finanziarie? Per il comune? Per lo stato? Per i dipendenti? Per i fornitori di servizi, che stanno aumentando in maniera esponenziale ed obbligatoria? Inoltre: vivo in appartamento senza un po' di verde, una casetta con fazzoletto di terra costa follie che nonostante l'attività fiorente non riesco a permettermi: ma che ci sto a fare qui."
Quindi decidiamo di vendere tutto e di trasferirci in Argentina in particolare nel nord della Patagonia, con quello che dovremmo realizzare ci permetterebbe la casetta con giardino (di qualche ettaro!) e permetterci di cercare con calma lavoro senza avere l'acqua alla gola della disperazione per avere di che vivere. Ma nonostante l'interesse di diverse persone verso le nostre proprietà ed anche all'arrivo di nostra figlia Ayelen, rimaniamo qui.....ad attendere che la situazione si sblocchi....

sabato 25 agosto 2012

VERSIONE SECONDO SOL

Mi chiamo Sol ho 43 anni, sono argentina, sono arrivata in Italia 15 anni fa. sono laureata in Psicologia con la specializzazione in psicanalisi e grazie alla demanicomializzazione di Basaglia sono approdata a Trieste, dove ho conosciuto Dante, infermiere professionale, con cui mi sono sposata.Abbiamo iniziato un percorso insieme ed è sempre stato ricco di progetti ed idee.
Nel 2005 decidiamo di rivoluzionare la nostra vita e che abbiamo bisogno di una pausa dalle nostre rispettive professioni, le quali, anche se meravigliose, prendevano gran parte della nostra energia spirituale, in quanto lavorare con a medicalizzazione delle persone malate, cominciava ad essere pesante per noi.
Io avevo nostalgia dell'Argentina e mio marito si ne è anche innamorato nei tre viaggi che abbiamo fatto insieme nel mio paese. Inoltre mio marito ha la passione per la birra ed io il talento naturale per la cucina; quindi abbiamo aperto un Pub con cucina argentina e birre artigianali, affrescando le mura del locale come fossero un bosco patagonico e con i colori del quartiere dalla Boca di Buenos Aires degli immigrati italiani in Argentina, in onore del paese che mi ha adottato.
Per fare tutto questo decidiamo di chiedere un mutuo che si aggiungeva a quello già chiesto per la casa ed a un finanziamento chiesto per l'acquisto di un camper, che in realtà quest'ultimo è l'unico lusso che ci siamo concessi. In quel momento l'aiuto delle banche era l'unica possibilità per poter crearci un futuro autonomo, o almeno era quello che in quel momento credevamo.
Ma la crisi che investe l'Italia, non poteva ovviamente lasciarci al di fuori, ed uno stato di discreta tranquillità, si trasforma in u  inferno: la banca che continuamente chiama scrive per il rientro del mutuo erogato, la finanziaria ci telefona anche tre volte al giorno per ritardi anche di solo un giorno nel pagamento pretendendo il pagamento di multe assurde e pure illegali, il tutto condito con tassi d'interesse, che pur legalizzati, sono al limite dello strozzinaggio: in pratica si torna una volta e mezza se non due volte la somma prestata. Quindi il denaro non basta più, ci sentiamo schiavi di noi stessi e soprattutto del sistema  che inizialmente sembrava un aiuto, invece si è rivelato un incubo.
Dopa aver riflettuto su come uscire da questa situazione, decidiamo di metter tutto in vendita e di trasferirci in Argentina, ma con nostro stupore nessuno compra il nostro avviato locale, nessuno compre il nostro luminoso e ben distribuito appartamento , quindi siamo in trappola....

PRESENTAZIONI

Siamo Dante e Sol, una coppia in continua evoluzione. Dante, come professione iniziale, Infermiere Professionale, Sol Psicologa; tutti e due lavorativamente ben inseriti: Dante lavorando prima in Complesso Operatorio poi Dipartimento Salute Mentale, Sol responsabile Psicopedagogica di una residenza per handycap grave e per integrare qualcosina disponiamo di un Bed and Breakfast.
Ma non siamo soddisfatti, ci sentiamo decisamente logorati dal lavoro frenetico, alle volte inutile e mal organizzato delle strutture pubbliche in cui lavoravamo. Per cui decidiamo di lasciare il posto fisso a tempo indeterminato per.....aprire un Pub, questo nel 2004.
Adesso nel 2012, ci sentiamo di nuovo in una specie di vicolo cieco dove non ci sentiamo nuovamente soddisfatti della nostra vita, e ci siamo rimessi alla ricerca di alternative.